L’ABC della prevenzione

L’importantissimo tema della prevenzione è svolto ampiamente ed esaustivamente nelle pubblicazioni e pamphlet delle società scientifiche, delle associazioni di pazienti e delle istituzioni. E tutto questo materiale è disponibili online. Si rimanda quindi il lettore ad alcuni di questi siti per una trattazione completa dell’argomento. Ottimo per esempio quello del Ministero della Salute italiano http://www.salute.gov.it

Poiché tuttavia l’abbondanza di informazioni a volte genera incertezze e confusione su ciò che effettivamente va fatto, in questa sezione viene solo riassunto l’ ABC della prevenzione, cioè quelle regole di base, ridotte al minimo che sarebbe bene che tutti seguissero in quanto dimostrate efficaci da studi clinici durati decenni.

La prevenzione ha due aspetti distinti:

  1. La prevenzione primaria che consiste nell’evitare l’esposizione a cancerogeni cioè a sostanze od agenti che causano il cancro.
  2. Quella secondaria si basa invece sulla possibilità di scoprire il tumore in fase molto precoce, ad uno stadio iniziale quando ancora è guaribile attraverso il solo  intervento chirurgico.


1. In tema di prevenzione primaria

Non fumare è la raccomandazione più importante in assoluto. Non è tanto importante se si fuma o no, quanto invece “quanto si fuma e per quanto tempo si è fumato”. C’è un sistema semplice per calcolare in modo scientifico quanto si è fumato: il calcolo dei “pacchetti di sigarette/anni” che risulta dalla moltiplicazione del numero di pacchetti di 20 sigarette fumati ogni giorno moltiplicato per gli anni in cui si è fumata quella quantità. Esempio: un fumatore di 1 pacchetto al giorno per 20 anni ha un consumo pari a “20 pacchetti/anni”, come quello di un fumatore di mezzo pacchetto al giorno per 40 anni , come quello di un fumatore di 2 pacchetti al giorno per 10 anni. La tabella che segue illustra lo spaventoso aumento del rischio di sviluppare un tumore al polmone con l’aumentare del consumo di sigarette.

 

Consumo di sigarette (pacchetti/anni)Rischio di tumore del polmone
10.1%
201%
605%
908%
10013%
12020%

 

Quindi 1 persona su 7/8 (13%), che a 20 anni ha cominciato a fumare 2 pacchetti di sigarette al giorno, sviluppa tumore del polmone a 70 anni. Agghiacciante. Il dato più importante tuttavia riguarda la reversibilità di questo spaventoso effetto cancerogeno del fumo. Smettendo di fumare, il rischio si riduce progressivamente nel tempo fino a scendere a livelli bassissimi, vicino a quelli dei non fumatori.

Dopo il fumo, a seguire in ordine di importanza vengono le raccomandazioni di limitare il consumo di alcol, l’esposizione eccessiva al sole, le esposizioni all’amianto od a tossici industriali.

Anche seguire una dieta mediterranea occupa un ruolo importante nella riduzione dell’incidenza dei tumori, soprattutto quelli del distretto gastrointestinale. Tuttavia questa riduzione è difficilmente definibile: non c’è la misura di “hamburger/anni” come per i pacchetti di sigarette/anni. Quindi in generale, anche se non è necessario evitare completamente la carne rossa, è consigliato limitarne il consumo, preferendo carni bianche (pesce, pollo) e soprattutto frutta e verdure.

Temi come l’effetto cancerogeno dei telefonini, quello degli elettrodotti, quello dell’inquinamento delle città rispetto alle campagne non hanno letteratura scientifica solida a supporto. Qui il buon senso ci deve guidare ad evitare situazioni estreme chiaramente poco salubri.

2. La prevenzione secondaria

La diagnosi precoce è efficace per 4 tipi di tumore (non per tutti i tumori). Si attua  attraverso esami strumentali ripetuti ad intervalli di tempo, a cominciare da una certa età.

Tra la popolazione in genere ci sono 2 atteggiamenti opposti riguardo a queste raccomandazioni di prevenzione secondaria. Da una parte quelle persone ossessionate dal fare continuamente  troppi esami, dall’altra quelle che spavaldamente non fanno nulla perché non giudicano “prioritario” o non hanno capito bene il problema.

Come si vede dalle indicazioni che seguono (prese dalle linee guida internazionali, a loro volta generate faticosamente da sperimentazioni cliniche durate anni), l’efficacia di queste misure preventive è notevole ed il numero di esami, la loro frequenza e le età in cui sono raccomandati sono precisi e limitati e dovrebbero essere seguiti alla lettera. Tra questi esami, spicca l’assenza di raccomandazioni relative ai markers tumorali, data la loro poca attendibilità.

Il carcinoma della cervice uterina

Può essere diagnosticato precocemente attraverso ilPAP TEST che è raccomandato 1 volta ogni 3 anni da quando inizia l’attività sessuale fino ai 65 anni. Se il PAP-TEST risulta positivo, la donna deve fare una colposcopia, un esame che permette la visione diretta della cervice uterina. Se questo esame genera sospetti, si deve eseguire una biopsia.
Dai 30 anni in su l’alternativa al Pap test è rappresentata dal nuovo test di screening dell’infezione dell’HPV ad alto rischio. Il prelievo del segue è la procedura usata per il Pap-test. Se il test HPV risulta positivo è indicato il PAP-TEST, procedendo, poi come sopra.

Il carcinoma del colon e del retto

Può essere efficacemente prevenuto attraverso la diagnosi di polipi il cui sviluppo precede di anni la trasformazione in cancro. Per ottenere questo, sono possibili varie strategie. In ordine crescente di impegno e di efficacia, le più raccomandate sono:

  1.  Test del sangue occulto nelle feci, ogni 2 anni tra i 50 e i 70 anni. Se questo viene positivo, è indispensabile eseguire la colonscopia che permette di esaminare l’intero colon retto. La colonscopia oltre a fornire la diagnosi, permette anche la cura di eventuali polipi attraverso la loro rimozione nel corso della stessa seduta.
  2. In aggiunta o in alternativa a questo programma di minima è raccomandata la rettosigmoidoscopia eseguita una sola volta all’età di 55-65 anni.  La rettosigmoidoscopia è simile alla colonscopia, ma meno fastidiosa perché è limitata alla visualizzazione dell’ultima parte dell’intestino (il sigma e il retto). Infatti questo segmento è sede del  70% dei tumori del colon retto. Questo significa che questo esame non esplora la parte superiore del colon.
  3. L’alternativa più impegnativa, ma completa, rispetto alle due strategie descritte è costituita dalla colonscopia fatta una prima volta all’età di 50 anni e ripetuta 10 anni e 20 anni dopo. Questa metodica indaga l’intero organo ed è la strategia preventiva più efficace per i tumori di quest’organo.

Grazie alla colonscopia la mortalità può essere ridotta anche del 40%.
La cosiddetta colonscopia virtuale (una particolare TAC senza l’introduzione dello strumento) non è ugualmente efficace e, se risulta positiva, necessita comunque della colonscopia classica. Ha un certo valore in quei pazienti che non tollerano la colonscopia normale.

Il carcinoma della mammella

La diagnosi precoce è possibile con la mammografia raccomandata ogni 2 anni a cominciare dai 50 anni fino ai 70. Una variante più impegnativa è quella di estendere la mammografia tra i 45 e i 74 anni con una periodicità annuale nelle donne sotto ai 50 anni.
In caso di sospetto, al primo esame seguono una visita clinica ed ulteriori accertamenti diagnostici fino ad arrivare alla biopsia
Grazie allo screening, la mortalità per questo tumore si riduce del 25% .

Il carcinoma del polmone

Infine, del tutto recentemente è stata dimostrata l’efficacia dellaTAC del torace nel ridurre la mortalità per tumore del polmone. Questa va ripetuta 1 volta all’anno per tre anni consecutivi a partire dai 55 anni. L’efficacia, quindi la raccomandazione, non vale per i non fumatori, ma solo per i fumatori o ex-fumatori che abbiano consumato almeno un pacchetto di sigarette al giorno per 30 anni o più, quindi per le persone ad alto rischio. Lo screening con TAC del torace permette di ridurre la mortalità per carcinoma del polmone del 20% circa in questa popolazione.

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