C’è un tumore e le cose non vanno bene

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Se le cose non vanno bene vuol dire che il tumore è andato oltre la fase localizzata ed è in fase avanzata. Purtroppo la fase avanzata di un tumore rappresenta una condizione non più guaribile nella maggioranza dei casi, anche se le eccezioni ci sono e vanno sempre cercate.

In generale l’obiettivo delle cure in questa fase avanzata è “cronicizzare” una malattia che altrimenti andrebbe in rapida progressione, raggiungendo in breve tempo dimensioni non più compatibili con la vita. Cronicizzare quindi significa bloccare la crescita del tumore, stabilizzarne le dimensioni, e se possibile, anche ridurne le dimensioni quanto più possibile, con la speranza che questi benefici ottenuti grazie alle terapie siano molto protratti nel tempo.

“Fase avanzata” della malattia significa una delle due seguenti possibilità:

  1. Comparsa di nuove lesioni in organi quali ossa , fegato , polmone ecc. Sono le metastasi a distanza del tumore primitivo, situato in organi d’origine diversa (COSA SONO LE METASTASI)
  2. Riscontro di un tumore o di una sua ricaduta locale limitata alla sede di origine , quindi senza metastasi a distanza , ma di dimensioni tali da invadere le strutture vitali vicine, tanto che la malattia non è eliminabile anche in assenza di metastasi a distanza.

Queste due condizioni possono verificarsi già al momento della prima diagnosi; oppure dopo un certo periodo di tempo (anche di anni) da quando il tumore era stato asportato. In entrambe queste situazioni, ricaduta con metastasi a distanza e ricaduta locale, la guarigione è molto difficile. La ricaduta locale di un tumore (quindi il riformarsi del tumore solo nella sede di origine), se non accompagnata da metastasi a distanza, offre maggiori possibilità di guarigione rispetto a quelle lasciate dalle metastasi. È ben difficile infatti che le lesioni metastatiche siano singole o isolate, FIGURA 14.

Fig 14. Nelle ricadute, le metastasi possono presentarsi in tempi diversi e crescere a velocità diverse
A volte la ricaduta avviene dopo pochi mesi dall’intervento, altre volte la ricaduta avviene anche dopo molti anni. Questo è dovuto alla diversa velocità di crescita delle metastasi, ma non si sa perché in un caso questa è rapida e nell’altro è lenta.

Se ai test di imaging si vedono 3-4 metastasi, 95 volte su 100 ce ne sono altre 30-40 nello stesso od in altri organi che sono ancora troppo piccole (< ai 5 mm) per essere visibili. Operare quindi, in generale non serve: l’illusione di “uscire dall’intervento non avendo più niente” dura poco perché dopo pochi mesi ci si ritrova con nuove metastasi visibili nei vari organi.

Quindi, mentre in presenza di ricadute locali il primo pensiero va sempre all’intervento chirurgico di salvataggio, se fattibile, in presenza di metastasi disseminate, le terapie più frequentemente impiegate sono quelle mediche, cioè chemioterapia, ormonoterapia, immunoterapia e le altre terapie biologiche. (IN QUANTI MODI SI POSSONO CURARE I TUMORI)

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