È stata proposta una terapia adiuvante sperimentale?

La possibilità di ricorrere a una terapia sperimentale deve sempre essere considerata in oncologia. Infatti le sperimentazioni propongono sempre qualcosa in più rispetto alle terapie standard cioè le migliori disponibili al momento.

La situazione tuttavia è più complessa nella fase adiuvante rispetto alla fase avanzata cui si rinvia per un’analisi più approfondita delle caratteristiche degli studi sperimentali (FASE AVANZATA: E SE SI PROVASSE UNA TERAPIA SPERIMENTALE?)
Infatti, rispetto ai pazienti con malattia avanzata, i pazienti che fanno terapia adiuvante hanno già una certa probabilità di essere guariti grazie al solo intervento chirurgico FIGURA 9 e 11.

Fig. 9 La terapia adiuvante è inutile in quanto non ci sono micrometastasi ed il paziente è già guarito grazie all’intervento chirurgico I cerchi bianchi indicano la crescita del tumore primitivo che in questo caso, fino al momento dell’intervento (la lunga freccia rossa sottile) non ha dato metastasi. Quindi la terapia adiuvante è inutile perché l’intervento ha già eliminato tutte le cellule tumorali.
Fig 11. Risultati della terapia adiuvante quando è ‘poco’ efficace


Inoltre per molti tipi di tumore (ovaio colon mammella utero ecc) le terapie adiuvanti disponibili offrono già un aumento sostanziale delle probabilità di guarigione.


Quindi che senso ha fare una sperimentazione in queste condizioni favorevoli con una nuova cura di cui si sa poco? Il senso c’è eccome: quello di migliorare i risultati ottenuti finora. Aggiungere un ulteriore 5,10 o 20% di probabilità di guarigione. Tuttavia le sperimentazioni in terapia adiuvante hanno limiti più stringenti rispetto alle sperimentazioni condotte nella fase avanzata di malattia e vengono proposte soltanto quando sono soddisfatte tutte le condizioni seguenti.

  1. il nuovo farmaco ha già dato ottimi risultati nelle fasi avanzate di malattia
  2. il nuovo farmaco ha effetti collaterali ben noti e limitati
  3. la terapia standard è comunque assicurata al paziente 
  4. il rischio di ricadere deve avere almeno una certa consistenza ( se no non si fa nemmeno la terapia adiuvante classica).


È chiaro che per una scelta così delicata come entrare in una sperimentazione di terapia adiuvante occorre affidarsi al medico di riferimento ed a tutte le informazioni date nei moduli di consenso informato.

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