Stadio iniziale. La terapia neoadiuvante: cioè prima dell’intervento

La terapia neoadiuvante cioè quella fatta prima dell’intervento chirurgico ha tre scopi.

  • Il primo è quello di ridurre l’estensione del tumore in modo da renderlo resecabile, cioè eliminabile con l’intervento chirurgico. (IL TRATTAMENTO INIZIALE A SECONDA DELLO STADIO)
  • Il secondo scopo è quello di anticipare il più possibile la terapia preventiva contro eventuali metastasi già presenti, ma non ancora visibili alle indagini di stadiazione. (FIGURA 2)

Fig 2. Possibili esiti della stadiazione di un tumore: le metastasi possono essere microscopiche e quindi non vedersi ai comuni test di imaging
Sono 3 i possibili esiti della stadiazione di un tumore, cioè la ricerca della sua diffusione ad altri organi.
Nel primo caso la stadiazione è negativa, cioè non viene trovato nulla nei vari organi esplorati tramite TAC, PET, risonanze ed altri test perché in realtà il tumore primitivo non si è diffuso a distanza. Quindi una volta eliminato il tumore primitivo con un intervento chirurgico il paziente è guarito.
Anche nel secondo caso la stadiazione è negativa perché non viene trovato nulla nei vari organi esplorati. Ma in realtà ci sono metastasi microscopiche che non sono ancora visibili perché TAC, PET, risonanze ecc difficilmente riescono a far vedere noduli più piccoli di 0.5-1 cm. Questo limite è indicato dalla linea tratteggiata nella figura. Purtroppo in questo caso, anche se il tumore primitivo eè stato rimosso con l’intervento chirurgico, ci sarà una ricaduta che sarà evidente solo quando le metastasi microscopiche cresceranno oltre 1 cm.
Nel terzo caso, quello con metastasi visibili, la malattia è diffusa ai vari organi già al momento della diagnosi perché le metastasi sono cresciute di pari passo al tumore primitivo rendendo inutile l’intervento chirurgico 

Infatti, quando il rischio che ci siano già metastasi è alto, attendere l’intervento chirurgico e poi i tempi della ripresa dopo l’intervento rappresentano un ritardo che potrebbe favorire l’ulteriore disseminazione della malattia. Quindi questo secondo scopo rende ragione delle terapie neoadiuvanti fatte anche quando il tumore primitivo è asportabile. La finalità della terapia neoadiuvante è quindi analoga a quella della terapia postoperatoria preventiva, chiamata terapia adiuvante: eliminare le micrometastasi, se ci sono.

  • Il terzo scopo riguarda alcune situazioni in cui l’intervento chirurgico di asportazione del tumore primitivo sarebbe molto destruente e potrebbe causare un forte indebolimento dell’organismo. Tanto forte da non poter consentire l’esecuzione della necessaria terapia preventiva postoperatoria.  E’ il caso per esempio del tumore dello stomaco e dell’esofago. Anticipare la terapia preventiva a prima dell’intervento è quindi preferibile in quanto meglio tollerata e più efficace perché fatta più precocemente.

La durata della terapia neoadiuvante è comunque limitata, perché l’efficacia massima delle terapie mediche si esercita nei primi mesi. Quindi in genere dopo 2-4 mesi di trattamento si ripetono gli esami di stadiazione locali e a distanza per rivalutare l’operabilità della condizione e se possibile, a quel punto si fa l’intervento.

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