Capirne la gravità: a che stadio è?

Fatta la diagnosi bisogna escludere che la malattia sia disseminata ad altri organi (metastasi) e capire quanto è estesa localmente, cioè “stadiarla” attraverso esami strumentali detti di stadiazione: TAC, PET, risonanze, scintigrafie, ecografie ecc.

Questo serve a prendere la prima importante decisione terapeutica:

  • operare subito (o usare terapie locali in sostituzione della chirurgia)
  • fare prima una terapia per poi operare,
  • fare una cura senza intervento chirurgico perché questo non è più possibile in quanto la malattia è allo stadio avanzato fin dall’inizio.

Tutte queste decisioni così diverse dipendono dallo stadio.

1. Il primo passo nella stadiazione è quello di escludere la presenza di metastasi a distanza (CHE COSA SONO LE METASTASI). Le metastasi sono gruppi di cellule che possono essersi staccate dal tumore ed hanno raggiunto organi distanti dove hanno cominciato a crescere e formare noduli.

Le implicazioni della presenza o meno delle metastasi a distanza sono enormi (PERCHE’ LA STADIAZIONE E’ COSI’  IMPORTANTE). Infatti, se le metastasi ci sono già, in generale la guarigione non è più possibile, mentre se il tumore non ha dato ancora metastasi, in generale la guarigione è possibile attraverso la sua asportazione chirurgica.

I possibili esiti della stadiazione per metastasi a distanza sono 3 (FIGURA 2, 3):

a. positiva per presenza di metastasi;

b. negativa, cioè assenza di metastasi;

c. negativa perché le metastasi non si vedono in quanto ancora troppo piccole (inferiori al 0.5 – 1 cm) anche se in realtà sono già presenti. In questo caso il paziente è in stadio avanzato senza che lui ed il suo medico lo possano sapere.

Fig 2. Possibili esiti della stadiazione di un tumore: le metastasi possono essere microscopiche e quindi non vedersi ai comuni test di imaging
Sono 3 i possibili esiti della stadiazione di un tumore, cioe’ la ricerca della sua diffusione ad altri organi.
Nel primo caso la stadiazione e’ negativa, cioe’ non viene trovato nulla nei vari organi esplorati tramite TAC , PET , risonanze ed altri test perche’ in realta’ il tumore primitivo non si e’ diffuso a distanza. Quindi una volta eliminato il tumore primitivo con un intervento chirurgico il paziente e’ guarito.
Anche nel secondo caso la stadiazione e’ negativa perche’ non viene trovato nulla nei vari organi esplorati. Ma in realta’ ci sono metastasi microscopiche che non sono ancora visibili perche’ TAC PET risonanze ecc , difficilmente riescono a far vedere noduli piu’ piccoli di 0.5-1 cm. Questo limite e’ indicato dalla linea tratteggiata nella figura. Purtroppo in questo caso, anche se il tumore primitivo e’ stato rimosso con l’intervento chirurgico, ci sara’ una ricaduta che sara’ evidente solo quando le metastasi microscopiche cresceranno oltre 1 cm.
Nel terzo caso, quello con metastasi visibili, la malattia e’ diffusa ai vari organi gia’ al momento della diagnosi perche’ le metastasi sono cresciute di pari passo al tumore primitivo rendendo inutile l’intervento chirurgico
Fig 3. Le metastasi possono comparire mesi o anni dopo il tumore primitivo, ma anche in contemporanea o addirittura prima Sembra incredibile, ma a volte si trovano prima le metastasi del tumore primitivo che le ha generate. Questo succede per due fenomeni: 1) perché il tumore primitivo per qualche motivo ignoto dissemina metastasi già quando è piccolissimo e quindi invisibile (1-5 mm o meno) e 2) perché le metastasi possono crescere molto più rapidamente del tumore primitivo.

C’è una differenza sostanziale tra la prima e la terza condizione: in generale la prima riflette una malattia disseminata non più guaribile, la terza condizione è invece ancora guaribile. Infatti in queste condizioni (presenza di micrometastasi) il principio espresso sopra (in presenza di metastasi visibili la malattia non è più guaribile) non vale. La terapia post intervento, detta adiuvante, ha la capacità di eliminare questi piccoli (< 1 mm) depositi di cellule tumorali, proprio perché sono microscopici contrariamente alla prima condizione (lesioni di alcuni cm). (EVENTUALE TERAPIA PREVENTIVA DOPO l’INTERVENTO)

2. Il secondo passo nella stadiazione, quando sono state escluse le metastasi a distanza è determinare l’estensione locale del tumore per capire quanto può essere facile o difficile l’asportazione completa con l’intervento chirurgico.

La stadiazione locale dipende sia dalla presenza di linfonodi vicini interessati o meno dal tumore, sia dalla grandezza ed estensione locale del tumore.


3. Si configura così la classica stadiazione in 4 stadi della tabella sottostante, di enorme rilevanza in quanto consente una netta distinzione tra le condizioni guaribili grazie all’intervento ed alle altre terapie (stadio 1, 2 e 3) e quelle in generale non più guaribili per le condizioni avanzate della malattia (stadio 4).

CLASSICA STADIAZIONE IN 4 LIVELLI O STADI

STADIOTUMORELINFONODI LOCALIMETASTASI
1piccolosenza tumoreassenti
2più grossosenza tumoreassenti
3più o meno grossocon tumoreassenti
4più o meno grossocon o senza tumorepresenti

Le cose sono molto più complicate di così, per cui ogni tipo di tumore ha le sue varianti, ma in generale questa semplice classificazione consente un orientamento di massima sulla gravità dei tumori.

Va infine ricordato che la stadiazione preoperatoria appena descritta sarà completata al momento dell’intervento. Infatti le visione diretta del campo operatorio da parte del chirurgo e l’analisi dell’intero pezzo operatorio consentono la conferma o meno della stadiazione anticipata all’imaging.

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